ANDREA COSTANZO MARTINI – OCCHIO DI BUE | INTEATRO 40

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24 giugno 2018
Cinema Italia, Polverigi

ANDREA COSTANZO MARTINI –  OCCHIO DI BUE

Il solo Occhio di Bue tratta delle complesse relazioni di potere che si instaurano, durante uno spettacolo, tra un danzatore, un coreografo e il pubblico. Creato originariamente nel 2016, appositamente per l’antico teatrino reale di Agliè (Piemonte), il lavoro è stato successivamente adattato a spazi più tradizionali, dopo il debutto al Festival “Teatro a Corte”.
Quando un danzatore è sul palco, a chi obbedisce? Al coreografo o alla propria logica e istinto? E quando il creatore e l’interprete sono la stessa persona, quale dei due prevale?
Con uno sguardo ironico e leggero, Martini mette in discussione il suo ruolo e la sua posizione nel mondo della danza.

coreografia, performance: Andrea Costanzo Martini
paesaggio musicale:
Andrea Costanzo Martini
musica:
Arvo Part, Moondog, Andrea Costanzo Martini
luci:
Yoav Barel 

Andrea Costanzo Martini studia Balletto e danza Contemporanea in Italia e Germania. Dopo un breve periodo all’Aalto Staats Theater di Essen si unisce alla Batsheva Dance Company (Israele 2006-2010) e successivamente al Cullberg Ballet (Svezia 2010-2012) e Inbal Pinto D.Company (2012-2014). Nel 2013 ottiene il primo premio per danza e coreografia alla International Solo Dance Competition di Stoccarda e tra il 2014 e il 2016 crea una serie di nuovi lavori tra cui “Tropical-at the end of Words” (2014), “Voglio Voglia” e “Trop” (2015), “Occhio di Bue” (2016) e “SCARABEO, gli angoli e il vuoto” (2016). L’artista, inoltre, collabora con Francesca Foscarini nel duetto “Vocazione all’asimmetria” e insegna regolarmente Workshops di Gaga.

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24 June 2018

Cinema Italia, Polverigi

ANDREA COSTANZO MARTINI – WHAT HAPPENED IN TORINO + OCCHIO DI BUE (Spotlight)

Andrea Costanzo Martini was born and raised in Italy where he received his first education in contemporary dance and ballet, before starting an international career that has lead him touring all around Europe. He joined the BATSHEVA Ensemble and 2 years later moved to the main Company; he later joined the CULLBERG Ballet in Stockholm where he performed for two years repertoire of Benoit Lachambre, Alexander Ekman ,Crystal Pite, Jefta Van Dinter and Tillman O’Donnel. In 2012 he moved back to Israel where he joined the Inbal Pinto Dance company and started creating his own works.

For What happened in Torino, he was awarded First Prize for both dance and choreography at the International Stuttgart Solo Competition and audience prize at the Mas Danza Festival in Gran Canaria, Spain.

What happened in Torino focuses on the relationship between the body of the performer and the act of being on stage, in a struggle between the search for presence and the feeling of being trapped.

Andrea in this work deals with the Gaze of the other, and on how it affects his way of being.

Being watched as a trigger for pleasure but also as a petrifying force that holds him on place,

under the lights , against his will.

Dramaturgically the piece evolves around a text inspired by an Italian tv sale woman from the 90’s

placing the work in a very precise contest, however not dictating the aesthetics of the movements.

The solo Occhio di Bue (Spotlight) focus on the relationship power between a dancer, a choreographer and the audience. When a dancer is on stage, to whom does he need to obey? To the choreographer or to his instinct? When creator and dancer are the same person, who does prevail over the other?

Martini calls into question, with a lot of irony, his own role in the dance world..

choreographer, performance Andrea Costanzo Martini

sound Andrea Costanzo Martini

music Arvo Part, Moondog, Andrea Costanzo Martini

light Yoav Barel 

ANNAMARIA AJMONE e ALBERTO RICCA – TO BE BANNED FROM ROME | INTEATRO 40

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24 giugno 2018
Cinema Italia, Polverigi

ANNAMARIA AJMONE e ALBERTO RICCA – TO BE BANNED FROM ROME

Nato da un dialogo tra la coreografa Annamaria Ajmone e il musicista Alberto Ricca, To Be Banned From Rome indaga i luoghi virtuali della rete popolati da persone che condividono in essi passioni ed ossessioni. Oggetto dell’indagine è l’effetto ambivalente che la rete ha sulle persone che la utilizzano e la vivono come uno strumento per costruirsi una cerchia di contatti ideale.
La musica di Bienoise/Alberto Ricca ricostruisce lo stato di attenta ipnosi che si vive di fronte allo scorrere di una pagina su uno schermo e che, assieme al movimento, genera un flusso costante ma denso di avvenimenti. Allo stesso modo, la partitura coreografica muove Annamaria Ajmone, che trasforma costantemente lo spazio e i volumi del corpo.
La drammaturgia è pensata senza il limite delle arti in scena: ogni elemento coreografico, musicale, scenico è scritto e immaginato a quattro mani, e dà vita ad un’opera che nasce sin dal principio come una riflessione condivisa, il cui presupposto è la neutralità del mezzo virtuale.

Concept: Annamaria Ajmone e Alberto Ricca
Coreografa e danza:
Annamaria Ajmone
Musica live:
Bienoise (Alberto Ricca)
Spazio e costumi:
Jules Goldsmith
Luci e direzione tecnica:
Giulia Pastore
Produzione:
Torinodanza festival, Cab 008, Club To Club Festival

In collaborazione con: The Italian New Wave
Progetto realizzato nell’ambito di: Residenze Coreografche Lavanderia a Vapore / Piemonte dal Vivo
Selezionato da: Hangar Creatività – Progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte
Con il sostegno di: Ministero dei Beni Artistici e Culturali e del Turismo, Regione Toscana
Si ringrazia: Alberto Leoni – IUTER 

Annamaria Ajmone, dopo la laurea in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano, si diploma come danzatrice presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Ha lavorato con Guilherme Botelho, Ariella Vidach, Daniele Ninarello, Santasangre. Collabora con Cristina Kristal Rizzo, Muta Imago, Strasse e con la videomaker Maria Giovanna Cicciari. Nel 2013 crea [In]Quiete, finalista al Premio Equilibrio. Nel 2014, Tiny vince il premio DNAppunti Coreografici ed è in seguito presentato a Romaeuropa Festival e alla Biennale di Venezia. Per la Biennale College 2015, crea B a.nDa questa esperienza nasce l’idea di realizzare un progetto più ampio – “Pratiche di abitazione temporanea” -, serie di azioni costruite e vissute in spazi non teatrali. Nel 2017 crea Mash in collaborazione con la coreografa Marcela Santander Corvalàn. Vince il premio Danza&Danza 2015 come interprete emergente-contemporaneo.

Alberto Ricca si diploma nel 2014 in Musica Elettronica presso il Conservatorio di Como, dopo una laurea in Linguaggi dei Media e il Master in Composizione al Centro Sperimentale di Cinematografa. Come Bienoise, nel dicembre 2015 pubblica l’album Meanwhile, Tomorrow per White Forest Records, considerato da molte riviste specializzate uno dei migliori album italiani dell’anno. Pubblica anche per Concrete Records e Bitcrusher. Dal 2015 è tra i protagonisti di The Italian New Wave, progetto di Club To Club Festival che promuove la nuova creatività musicale italiana su scala internazionale. Nel 2014 è stato scelto da Red Bull per rappresentare l’Italia alla Academy di Tokyo. E’ uno dei fondatori dell’etichetta e collettivo di musica improvvisata Floating Forest Records. Collabora, tra gli altri, con l’Istituto Europeo di Design di Milano per l’insegnamento delle tecniche produttive e performative della musica elettronica.

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24 June 2018

Cinema Italia, Polverigi

ANNAMARIA AJMONE and ALBERTO RICCA – TO BE BANNED FROM ROME

Born from a shared reflection between the choreographer Annamaria Ajmone and the musician Alberto Ricca, To Be Banned From Rome uses the virtual space of the web as a field of investigation. The objective is not to explain or criticize but to immerse the viewer in a bubble of perceptions: on one hand, the constant flow of music submerges the viewer into a state of contemplative hypnosis while on the other the choreography constantly reshapes the body of the performer across the scenic elements of Jules Goldsmith and the lights designed by Giulia Pastore. Inside this space the physical geographies are modified and the bodies become a metaphor of the changes in our personality and in the network of human relations that define us.

Annamaria Ajmone graduated in modern Literature from Università Statale in Milan and later received her diploma in dance from Civica Scuola Paolo Grassi. She has worked with Guilherme Botelho, Ariella Vidach, Daniele Ninarello, and Santasangre and has been collaborating with Cristina Kristal Rizzo, Muta Imago, Strasse as well as with the videomaker Maria Giovanna Cicciari. Finalist for Premio Equilibrio, she was awarded the DNAppunti Coreografici prize in 2014 and later presented at the Romaeuropa Festival and the Venice Biennial. Since then, she has touring all around the world.

Alberto Ricca received in 2014 his diploma in Elelctronic music from the Como Conservatory after graduating in Media Languages and after concluding a Master in Composition from the Centro Sperimentale di Cinematografia. In December 2015 he published as Bienoise the album Meanwhile, Tomorrow for White Forest Records. The album is considered by many specialized magazines to be one of the best albums of the year. Since 2015 he has been among the protagonists of The Italian New Wave, a project of Club To Club Festival which promotes new Italian creativity at an international level. He is also one of the founders of Floating Forest Records, a label and music collective.

concept Annamaria Ajmone e Alberto Ricca

choreography and dance Annamaria Ajmone

live music Bienoise (Alberto Ricca)

set and costumes Jules Goldsmith

lighting and technical direction Giulia Pastore

produced by Torinodanza festival, Cab 008, Club To Club Festival

in collaborazione with The Italian New Wave

supported by Residenze Coreografche Lavanderia a Vapore / Piemonte dal Vivo

selected by Hangar Creatività – Progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte

founded be Ministero dei Beni Artistici e Culturali e del Turismo, Regione Toscana

thanks to Alberto Leoni – IUTER 

ANDREA COSTANZO MARTINI – WHAT HAPPENED IN TORINO | INTEATRO 40

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24 giugno 2018
Cinema Italia, Polverigi

ANDREA COSTANZO MARTINI – WHAT HAPPENED IN TORINO

“L’ironia è una dote fondamentale nel lavoro artistico: dissacra, scalfisce il reale, sgretola la pretesa di stabilità di ogni valore, invita a non prendersi troppo sul serio. […] L’ironia crea vuoto dove c’è un pieno, ma questo vuoto non è assenza, è la possibilità moltiplicata all’ennesima potenza. Andrea Costanzo Martini possiede la stupenda qualità di saper usare l’ironia con il corpo e con gli oggetti, creando un vuoto con intelligente e tagliente incisività. La sua danza gioca col mondo facendolo a pezzi e lo ricompone di gesti, di movimenti, di ritmi venati di una sacra follia, di salutare insensatezza che sgretola la patina di seriosa bramosia che si impone ai nostri occhi nel posarsi su un mondo sempre più preda.” Enrico Pastore

Con uno sguardo critico e attento alle televendite televisive, il testo che accompagna la danza del pluripremiato e ironico What happened in Torino è una libera traduzione dell’icona delle televendite Vanna Marchi, controversa figura degli anni ’90 famosa per i metodi di vendita non convenzionali e dal carattere assai esuberante. What happened in Torino è una sorta di sfida coreografica che permette al corpo del danzatore di rivelarsi in tutta la sua eccentrica e stravagante unicità piuttosto che guidarlo in percorsi conosciuti e prestabiliti senza però sacrificare il piacere della composizione, dell’esecuzione esatta e delle fredde decisioni prese dopo aver osservato il materiale. Il risultato è un viaggio attraverso l’espressione fisica e gli stati mentali in una continua lotta tra l’ambizione di essere osservato e l’angoscia dell’essere puro oggetto-merce, tra il desiderio di movimento e il senso di prigionia causato dallo sguardo altrui, tra l’essere animale o gioiello. Un po’ come avveniva e accade tuttora nelle televendite televisive.

coreografia, performance: Andrea Costanzo Martini
paesaggio musicale:
Andrea Costanzo Martini
musica:
Arvo Part, Moondog, Andrea Costanzo Martini
luci:
Yoav Barel 

Andrea Costanzo Martini studia Balletto e danza Contemporanea in Italia e Germania. Dopo un breve periodo all’Aalto Staats Theater di Essen si unisce alla Batsheva Dance Company (Israele 2006-2010) e successivamente al Cullberg Ballet (Svezia 2010-2012) e Inbal Pinto D.Company (2012-2014). Nel 2013 ottiene il primo premio per danza e coreografia alla International Solo Dance Competition di Stoccarda e tra il 2014 e il 2016 crea una serie di nuovi lavori tra cui “Tropical-at the end of Words” (2014), “Voglio Voglia” e “Trop” (2015), “Occhio di Bue” (2016) e “SCARABEO, gli angoli e il vuoto” (2016). L’artista, inoltre, collabora con Francesca Foscarini nel duetto “Vocazione all’asimmetria” e insegna regolarmente Workshops di Gaga.

COLLETTIVO CINETICO – HOW TO DESTROY YOUR DANCE | INTEATRO 40

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23 e 24 giugno 2018
Chiesa del SS. Sacramento – Palestra della Scuola Media

COLLETTIVO CINETICO – HOW TO DESTROY YOUR DANCE

How to destroy your dance è una sfida contro il tempo dal colore decisamente pulp e dal sapore ludico. Un manuale per il boicottaggio di ogni decoro coreografico tra accelerazioni impossibili e slow motion estremi. Un gioco al massacro senza finzione e senza risparmio dove i danzatori diventano wrestlers della relatività e lo spettacolo è messo a nudo dalla ritualità intima della preparazione alla scena alla distruzione di ogni artificio formale. Quanto dura un minuto? Quali sono i limiti del corpo? Quanto può rallentare fino a toccare la più cosmica immobilità o perdere ogni definizione e trasformarsi in scia ultrarapida? Di questo discuteremo. Poi tutto dipenderà da tutto.

concept, regia, coreografia Francesca Pennini
drammaturgia, tecnica Angelo Pedroni
interpreti a rotazione tra Simone Arganini, Niccolò Catani, Margherita Elliot, Carolina Fanti, Teodora Grano, Orlando Izzo, Fabio Novembrini, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Ilaria Quaglia, Giulio Santolini, Stefano Sardi, Giulia Sposito, organizzazione Carmine Parise
con il supporto di Inteatro Festival / MARCHE TEATRO
residenze artistiche Teatro Comunale di Ferrara, Inteatro Festival / MARCHE TEATRO
si ringrazia La Biennale di Venezia

CollettivO CineticO nasce nel 2007 ed è diretto da Francesca Pennini, coreografa e danzatrice formatasi presso il Laban Dance Centre di Londra. CollettivO CineticO, com- pagnia residente del Teatro Comunale di Ferrara, ha ricevuto numerosi premi tra cui: Jurislav KorenićAward Best Young Theatre Director; Premio Rete Critica 2014 come mi- glior artista 2014; Premio Danza & Danza 2015 a Francesca Pennini come miglior coreo- grafa e interprete, nomination premi UBU miglior performer under 35; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio MESS al BE Festival di Birmingham 2016; Premio Nazionale dei Cri- tici di Teatro per il Teatro Danza 2016.

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23 and 24 June 2018

Chiesa del SS. Sacramento – Palestra della Scuola Media

COLLETTIVO CINETICO – HOW TO DESTROY YOUR DANCE

CollettivO CineticO is an experimental performing arts group founded in 2007 by the choreographer Francesca Pennini in collaboration with the dramaturg Angelo Pedroni and more than 50 artists from different disciplines. Their research focuses on the nature of the performative event discussing its mechanisms with ludic and rigorous formats, in the interstices between dance, theater and visual arts. The company is supported by the Ministry of Culture, Emilia Romagna Region and is resident at the Teatro Comunale in Ferrara. Until now the company has created 37 pieces receiving many awards.

How to destroy your dance, born as Variazioni eccetera in 2015 for Biennale Danza College, is recreated as a new piece for the 40th edition of Inteatro Festival.

Peculiar of the piece and of the whole work of Collettivo Cinetico will be the composition on stage of a variety of bodies, calling into question the relationship between the audience and the show itself.

SINA SABERI – DAMNOOSH | INTEATRO 40

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23 giugno 2018
Teatro del Parco, Polverigi

SINA SABERI (Tehran) – DAMNOOSH

Sina Saberi ci invita ad una cerimonia del tè, ci fa sedere e ci offre sette erbe, provenienti da altrettante parti dell’Iran, una per ogni storia che ci sarà narrata.
Damnoosh è un viaggio nella memoria e nasce da un bisogno di unità, di condivisione di un momento conviviale. Riunisce narrazioni, poesie, musica e persone per comunicare elementi della cultura iraniana attraverso il semplice atto quotidiano della preparazione del tè.
In questo lavoro la danza è un concetto, un oggetto, immaginato collettivamente insieme al pubblico, che è parte integrante di questo rituale.
Dopo che tutti avranno bevuto il tè magico, alla fine dello spettacolo, una danza perduta tornerà lentamente alla memoria. 

coreografia e interpretazione: Sina Saberi
musica:
Mohammadreza Shajarian
costume:
Reza Nadimi
disegno luci:
Ali Kouzehgar
produzione:
MaHa Collective, Iran e Maqamat Dance Theatre, Libano

progetto presentato nell’ambito di Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers 2018 e di La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de la Culture et de la Communication

Dopo aver lavorato all’Agenzia per i Rifugiati a Tehran, Sina Siberi si avvicina al teatro fisico con Jacques Lecoq e Laleh Alavi e alla danza contemporanea con Atefeh Tehrani.
Con un gruppo di giovani artisti fonda il collettivo MaHa con cui crea nel 2015 la performance No. 3, Teheran. Dall’incontro con Omar Rajeh, direttore di Maqamat Dance Theatre, nasce una collaborazione per la realizzazione di Zaafaran. Nel 2016 con MaHa organizza Body Movement, il primo festival ufficiale di danza in Iran.

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23 June 2018

Teatro del Parco, Polverigi

SINA SABERI (Tehran) – DAMNOOSH

Sina Siberi studied with Jacques Lecoq, Laleh Alavi and Atefeh Tehrani. He is one of the founder of MaHa Collective, creator of the performance No. 3, Teheran. After meeting Omar Rajeh, artistic director of Maqamat Dance Theatre, they starts the collaboration for Zaafaran. In 2016 with MaHa organizes Body Movement, first official dance festival in Iran.

Sina Saberi invites a to a tea ceremony: seven herbs from seven different corners of Iran are chosen, each representing either a personal story or a part of history. Sometimes this history is directly related to the history of dance in Iran.

Damnoosh is created out of a need for oneness. It’s a moment of presence in frame of an alternative performance using dance as an object. It brings story-telling, poetry, music & people together to communicate cultural notions from Iran through a simple, daily act of making tea.

There is little movement happening from the side of the dancer. In this piece, the dance is more of a concept, an object, often imagined collectively together with the audience who is part of this engaging ritual. The artist’s grandmother’s lost dance is slowly remembered towards the end of the piece, as the audience have all drank the magical tea. Each time the dance is remembered a little more together with the people. 

concept, artistic direction and dance Sina Saberi

music Mohammadreza Shajarian

costume Reza Nadimi

light design Ali Kouzehgar

production MaHa Collective, Iran and Maqamat Dance Theatre, Libano

part of Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers 2018 and La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, founded by Ambasciata di Francia in Italia, with the support ofInstitut français e del Ministère de la Culture et de la Communication

ALESSANDRO SCIARRONI_MASBEDO – PRISMA | INTEATRO 40

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24 giugno 2018
Teatro della Luna, Polverigi

ALESSANDRO SCIARRONI_MASBEDO – PRISMA 

Prisma prende spunto dal progetto realizzato ad hoc per la campagna visiva multimediale di miart 2018. La performance trae ispirazione da uno dei primi lavori del coreografo, creato nel 2008 e intitolato Cowboys, nel quale l’identità degli interpreti veniva privata della sua riconoscibilità attraverso l’uso di specchi “indossati” davanti al viso: il corpo perdeva così definizione, fondendosi con lo spazio e con lo sguardo del pubblico. In Prisma il ritmo diviene più dilatato e il nuovo elemento video dialoga con i corpi “acefali” dei performer, creando una rifrazione di immagini e colori che si riverbera sugli specchi. L’effetto è ipnotico e le figure in scena diventano schermi in movimento.

Commissionato da FOG Triennale Milano Performing Arts e miart
invenzione
Alessandro Sciarroni in collaborazione con MASBEDO
performer
Anna Bragagnolo, Francesco Marilungo, Luana Milani, Matteo Ramponi
video
MASBEDO
musiche
Abul Mogard, Bright Eyes
costumi
Ettore Lombardi
produzione
Snaporazverein, In Between Art Film, Marche Teatro
produzione esecutiva
Corpoceleste_C.C.00#, A.C. AreaVideo
si ringrazia per la collaborazione
Centrale fies

Alessandro Sciarroni è un artista attivo nell’ambito delle performing art, con un’esperienza che tocca le arti visive e la ricerca teatrale. I suoi progetti vengono rappresentati in festival di danza e teatro, musei, gallerie d’arte, in spazi non convenzionali, e coinvolgono performer provenienti da diverse discipline. CHROMA_turning_project (2014-17), Aurora (2015), JOSEPH_kids (2013), Untitled (2013), FOLK-S (2012) e JOSEPH (2011) sono tra le sue produzioni più recenti rappresentate al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, al Centre Pompidou e a Le Centquatre di Parigi, al MAXXI di Roma, a Impulstanz Festival a Vienna, all’Abu Dhabi Art Fair e in molti altri centri. Nel 2015 con Aurora riceve il supporto della Fondation d’Entreprise Hermès. Nel 2012 vince il Premio Danza&Danza come migliore autore emergente. L’anno successivo si aggiudica il Premio Rete Critica, promosso dalla giuria dei più importanti siti di informazione e critica teatrale all’interno della cerimonia di consegna dei Premi Ubu. È artista associato del centro d’arte Le Centquatre di Parigi. Nel 2017 ottiene il Premio Hystrio-Corpo a Corpo e il Premio Europa Realtà Teatrali.
È sostenuto da Marche Teatro, fin dai suoi esordi, e da apap – advancing performing arts project. 

MASBEDO è un duo artistico nato nel 1999, composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni che indaga il tema dell’incomunicabilità e della relazione tra produzione di immagini e società della comunicazione. Questa ricerca sfocia nella realizzazione di video-performance, dal forte valore pittorico, in cui lo spettatore viene coinvolto nello spazio video e negli ambienti creati. Le opere di MASBEDO sono state ospitate in mostre collettive, festival e rassegne cinematografiche in importanti centri d’arte, tra cui il MARTa di Herford, il MADRE di Napoli, il CAC di Ginevra, il Martin Gropius Bau di Berlino, il 21er Haus di Vienna, Art Basel e Art Film Art Basel di Hong Kong, la GAM di Torino, i Rencontres Internationales di Parigi, Berlino e Madrid, le Giornate degli Autori della 69° e della 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Walter Reade Theater della Film Society of Lincoln Center di New York, il Copenhagen International Documentary Film Festival e il Reykjavik International Film Festival. Le performance sono state sostenute da Romaeuropa Festival, Centrale Fies e Tanzhaus Duesseldorf. Nel 2015 il duo lavora alla regia e alla realizzazione dell’impianto visivo per l’opera Il Flauto Magico di Mozart, prodotto dalla Fondazione Arena di Verona, e nel 2017 all’opera Re Ruggero di Karol Szymanowski, diretta da Antonio Pappano e prodotta dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e da Romaeuropa Festival.

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24 June 2018

Teatro della Luna, Polverigi

ALESSANDRO SCIARRONI_MASBEDO – PRISMA 

Alessandro Sciarroni is an artist active in the performing arts, with an experience that spans from visual arts to theatre research. His projects have been presented in dance and theatre festivals, museums, galleries, and non-conventional spaces and involve performers of various disciplines. He is an associated artist of Le Centquatre art center in Paris. In 2017 he was awarded the Premio Hystrio-Corpo a Corpo and the Premio Europa Realtà Teatrali. He is supported by Marche Teatro and da apap – advancing performing arts project.

MASBEDO is an artistic duo formed in 1999 by Nicolò Massazza and Iacopo Bedogni. Their artistic research has focused on the theme of incommunicability, highlighting the paradox of our communication society. This research has led to the creation of video-performances, of a strong pictorial value, in which the viewer is involved in the video space and in the environment the duo creates.

Originating from the synergy between Triennale Teatro dell’Arte and miart modern and contemporary art fair, Prisma draws on a special project devised specifically for miart’s 2018 multimedia visual campaign. The piece is inspired by one of the choreographer’s early works, Cowboys, created in 2008, in which the performers’ identities were made unrecognisable by the use of mirrors “worn” in front of their faces. Their bodies lost definition, merging with the performance space and the audience’s gaze. Prisma plays with a stretched-out rhythm and with the dialogue between the new video element and the “headless” bodies of the performers, generating refracted images and colours reflected by the mirrors. The work has a hypnotic effect, transforming the figures on stage into moving screens.

commissioned by FOG Triennale Milano Performing Arts e miart

conception Alessandro Sciarroni in collaboration with MASBEDO

performer Anna Bragagnolo, Francesco Marilungo, Luana Milani, Matteo Ramponi

video MASBEDO

music Abul Mogard, Bright Eyes

costume Ettore Lombardi

produced by Snaporazverein, In Between Art Film, Marche Teatro

executive production Corpoceleste_C.C.00#, A.C. AreaVideo

thanks to Centrale fies

MARCO D’AGOSTIN-AVALANCHE | INTEATRO 40

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23 giugno 2018
Cinema Italia, Polverigi

MARCO D’AGOSTIN – AVALANCHE

La poetica di Marco D’Agostin è fluida, dinamica, in adattamento continuo. Nei suoi lavori riecheggiano frequentazioni con gli atlanti geografici, l’opera di M.P. Shiel, i cataloghi di creature estinte e le iconografie generate dai video su Youtube.
L’opera d’arte alla quale è più affezionato è 
The Disintegration Loops di William Basinski.
Nella scrittura coreografica l’orecchio è teso alla lezione di Amelia Rosselli in poesia: “Quanto alla metrica poi, essendo libera essa variava gentilmente a seconda dell’associazione o del mio piacere. Insofferente di disegni prestabiliti, prorompente da essi, si adattava ad un tempo strettamente psicologico musicale ed istintivo.”

In Avalanche i due esseri umani protagonisti vengono osservati da un occhio ciclopico come antiche polveri conservate in un blocco di ghiaccio. Sono Atlanti che camminano all’alba di un nuovo pianeta, dopo essersi caricati sulle spalle la loro millenaria tristezza. Tutto quello che non è sopravvissuto agisce, invisibile, su tutto ciò che invece è rimasto e che viene rievocato come regola, collezione, elenco di possibilità. La danza si pone in una costante tensione verso l’infinito dell’enumerazione, alla ricerca accanita di un esito, di una risoluzione, interrogando la questione del limite e dunque, in ultima istanza, della fine.
Gli occhi socchiusi, come a proteggere lo sguardo dalla luce accecante di un colore mai visto, afferrano l’abbaglio di un’estrema possibilità: una terra di sabbia e semi sulla quale qualcuno imparerà nuovamente a muoversi, dopo che anche l’ultimo archivio sarà andato distrutto.

di Marco D’Agostin
con
Marco D’Agostin, Teresa Silva
suono
Pablo Esbert Lilienfeld
luci
Abigail Fowler
movement coach
Marta Ciappina
vocal coach
Melanie Pappenheim
direzione tecnica
Paolo Tizianel
cura e promozione
Marco Villari
coprodotto da Rencontres Choréographiques Internationales de Seine-Saint-Denis, VAN, Marche Teatro, CCN de Nantes

con il supporto di O Espaco do Tempo, Centrale Fies, PACT Zollverein, CSC/OperaEstate Festival, Tanzhaus Zurich, Sala Hiroshima, ResiDance XL
Progetto selezionato nell’ambito del bando Marche Teatro / Inteatro Festival Call

Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance.
Dopo una formazione disarticolata con maestri di fama internazionale (Claudia Castellucci, Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Rosemary Butcher), consolida il proprio percorso sia come interprete (per la Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Tebea Martin, Liz Santoro tra gli altri) che come autore (ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra i quali Premio Gd’A Veneto 2010, Segnalazione Speciale al Premio Scenario 2011, Premio Prospettiva Danza 2012, Teatro Libero di Palermo Prize al BEFestival).
I suoi lavori sono stati rappresentati nei principali festival italiani ed europei (Romaeuropa, Inteatro Festival, OperaEstate Festival, Rencontres Choréographiques de Saint-Denis a Parigi, The Place Theatre in London, Sala Hiroshima a Barcellona per citarne alcuni).

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24 June 2018

Cinema Italia, Polverigi

MARCO D’AGOSTIN – AVALANCHE

Marco D’Agostin’s poetics is fluid, dynamic, always adapting. His works are inspired by atlas, M.P. Shiel, extinct creatures and the iconography of You Tube videos. His favorite art piece is The Disintegration Loops by William Basinski.

His choreography follows the advices of Amelia Rosselli, poetess: “Speaking about meter, it runs free following my desire and thoughts. Hostile to preordained schemes, overflowing, it adapts to a musical, instinctive, completely mental sense of time.”

In Avalanche the two protagonist human beings are being observed by the eye of a Cyclops, as ancient dusts preserved in a block of ice. They’re Atlases, walking at the dawn of a new planet under the weight of a millennial melancholy. The traces of everything that couldn’t remain act like invisible forces over what has survived and it’s now recalled as a rule, a collection, a list of possibilities. The dance lives in a constant tension towards the infinite of enumeration, desperately looking for an outcome.

Half-closed eyes, as to protect the gaze from the blinding light of a never-seen colour, they grab the blaze of one last possibility: a land of sand and seeds on which someone else will learn again how to move, after the last archive will be destroyed.

concept, choreography Marco D’Agostin

performed by Marco D’Agostin, Teresa Silva

sound Pablo Esbert Lilienfeld

lights Abigail Fowler

movement coach Marta Ciappina

vocal coach Melanie Pappenheim

technical direction Paolo Tizianel

care, promotion Marco Villari

coproduced by Rencontres Choréographiques Internationales de Seine-Saint-Denis, VAN, Marche Teatro, CCN de Nantes

supported by O Espaco do Tempo, Centrale Fies, PACT Zollverein, CSC/OperaEstate Festival, Tanzhaus Zurich, Sala Hiroshima, ResiDance XL

project selected in the frame of Marche Teatro / Inteatro Festival Call

NASSIM SOLEIMANPOUR & BUSH THEATRE – NASSIM | INTEATRO 40

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27 giugno > 1 luglio 2018
Sala Ridotto, Teatro delle Muse, Ancona

NASSIM SOLEIMANPOUR & BUSH THEATRE (Tehran) – NASSIM

Ogni sera un attore diverso interpreta il nuovo e audace lavoro dell’artista Nassim Soleimanpour, esplorando il concetto di libertà, esilio e le limitazioni del linguaggio.

Quando andiamo in un altro paese, che cosa percepiamo di diverso e cosa ci rende stranieri? Il cibo? Gli odori? Per la maggior parte di noi, credo si tratti della lingua. Essere incapaci di comunicare ci rende letteralmente ammutoliti.

NASSIM segue il successo del precedente lavoro di Soleimanpour, l’acclamato White Rabbit Red Rabbit, che è stato tradotto in oltre 25 lingue e rappresentato più di 1000 volte da attori del calibro di Sinead Cusack, Ken Loach e Whoopi Goldberg. NASSIM è stato prodotto dal Bush Theatre ed ha debuttato all’Edinburgh Fringe Festival al Traverse Theatre il 3 agosto 2017, la produzione italiana è stata curata da Marche Teatro e sarà presentato ad Inteatro Festival in esclusiva nazionale.

Guest star per l’occasione: 27 giugno Neri Marcorè, 28 giugno Marco Baliani, 29 giugno Arturo Cirillo, 30 giugno Lella Costa, 1 luglio Lucia Mascino

NASSIM segue il successo del precedente lavoro di Soleimanpour, l’acclamato White Rabbit Red Rabbit, che è stato tradotto in oltre 25 lingue e rappresentato più di 1000 volte da attori del calibro di Sinead Cusack, Ken Loach e Whoopi Goldberg. NASSIM è stato prodotto dal Bush Theatre ed ha debuttato all’Edinburgh Fringe Festival al Traverse Theatre il 3 agosto 2017, la produzione italiana è stata curata da Marche Teatro e sarà presentato ad Inteatro Festival in esclusiva nazionale.

Scritto ed interpretato da Nassim Soleimanpour
attori: un diverso interprete per ogni rappresentazione
Regia:
Omar Elerian
scenografia RHYS JARMAN
suono JAMES SWADLO
luci RAJIV PATTANI
direzione tecnica MICHAEL AGER
script editors CAROLINA ORTEGA E STEWART PRINGLE
produzione BUSH THEATRE
produzione italiana MARCHE TEATRO

Nassim Soleimanpour (autore e performer) è uno scrittore iraniano di teatro multidisciplinare indipendente, famoso in tutto il mondo per la sua pluri-premiata opera White Rabbit Red Rabbit.
Il suo secondo lavoro BLANK ha ottenuto riconoscimenti nel Regno Unito, al Bush Theatre RADAR Festival nel 2015, è stato presentato ad Amsterdam e Utrecht, al Fringe Festival di Edimburgo, in Argentina, Australia e India.
I successivi lavori, incluso Blind Hamlet che è stato premiato al LIFT Festival nel 2014, sono stati presentati in tutto il Regno Unito, a Bucarest e Copenhagen. Nassim attualmente vive a Berlino e sta lavorando ad un nuovo progetto commissionato dal Teater Momentum (Danimarca) e per la piattaforma di audiolibri Audible.

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27 June > 1 July 2018

Sala Ridotto, Teatro delle Muse, Ancona

NASSIM SOLEIMANPOUR & BUSH THEATRE (Tehran) – NASSIM

Nassim Soleimanpour is from Tehran, Iran. His plays have been translated into more than 20 languages. He’s best known for his play White Rabbit Red Rabbit, written to travel the world when he couldn’t, that has been translated into 28 languages and performed in 35 countries. His work has been awarded the Dublin Fringe Festival Best New Performance, Summerworks Outstanding New Performance Text Award and The Arches Brick Award (Edinburgh Fringe) as well as picking up nominations for a Total Theatre and Brighton Fringe Pick of Edinburgh Award.

Guest stars: 27th June Neri Marcorè, 28th June Marco Baliani, 29th June Arturo Cirillo, 30th June Lucia Mascino, 1st July Lella Costa

In his new work, Nassim continues to challenge the conventions surrounding the roles of writer, performer and audience within his work.Nassim is a play in two languages. Persian, Nassim’s mother tongue, and one other dependent on where the show is performed – perhaps one that Nassim has learnt to master, like English, or one he’s never spoken, like Mandarin.

Every night a different actor is invited to perform a cold-read of Nassim. Using language and performance to reflect collectively on the power of words and how they shape who we are, Nassim explores questions of identity, perspective and social relationships over the course of a clever, playful and touching 80 minutes of theatre that goes right to the source of our need for telling stories: to learn from each other and shape our view of the world.

Written by Nassim Soleimanpour

performed by a different actor every night

directed by Omar Elerian

design Rhys Jarman

sound designer James Swadlo

light designer Rajiv Pattani

producer Michael Ager

scripts editors Carolina Ortega and Stewart Pringle

produced by Nassim Soleimanpour and Bush Theatre

Italian production MARCHE TEATRO