Il 25 e il 26 gennaio Inteatro apre le porte di Villa Nappi al danzatore Francesco Marilungo per lavorare al nuovo progetto Emily ed offrire una presentazione del suo lavoro. La residenza è realizzata in collaborazione con l’AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali.
Lavoro nato da una profonda passione per Emily Dickinson, Emily prende spunto proprio dalla vita di quest’ultima per portare avanti una riflessione sulla condizione di solitudine.
La solitudine è qualcosa di più che un’esperienza diffusa. Sotto certi aspetti è un’esperienza necessaria, ineluttabilmente connessa alla condizione umana. È la nostra stessa individualità a imporci la solitudine; non è possibile sfuggirle se non a costo di perdere la nostra identità. La stessa poetessa americana identifica in questo stato dell’essere l’unico modo per far sì che l’anima abbia esperienza di se stessa e non è un caso che lei rinunci alla vita sociale per dedicarsi unicamente al proprio mondo interiore. Una vita la sua, unicamente vissuta entro le quattro pareti della propria camera da letto, senza avere rapporti umani se non con i suoi familiari e con pochi amici intimi che tra l’altro evitava di incontrare e con i quali si relazionava per via epistolare. Una clausura volontaria e consapevole che lei afferma senza rimpianti e che viene ben raffigurata dall’immagine claustrofobica del bozzolo nel quale è rinchiusa la sua poesia e che un giorno si tramuterà in farfalla (poesia 129).
In questo stato di isolamento si è portati ad indagare i vari modi con cui passare il tempo e poter quindi sopravvivere, si cerca la possibilità di un divertimento e si scopre anche una pulsione sessuale che per forza di cose non può non sfociare in forme di autoerotismo. Ma cosa fondamentale, si giunge anche alla constatazione della mancanza di affetti, della mancanza di un amore concreto e quindi incombe un forte senso di attesa. Attesa per l’arrivo di qualcuno, attesa di un ricongiungimento con l’amato che secondo la Dickinson è possibile soltanto dopo la morte, con la Resurrezione. Tema molto ricorrente nei suoi versi è infatti proprio quello delle “nozze mistiche”, ovvero, il tanto desiderato matrimonio potrà avvenire esclusivamente in una dimensione ultraterrena, metafisica. Lei si definisce per l’appunto “la sposa senza il segno”, “senza lo svenimento che Dio manda alle donne”.
Coreografia Francesco Marilungo
Musiche Chemical Brothers, Domenico Modugno
Scenografia e costumi Francesco Marilungo
Interprete Francesco Marilungo