Helen Cerina: la tournée

La tournée

PREMIERE Ipperrealismi > 4, 5, 6 aprile, Teatro Argot, Roma
Ipperrealismi (studio) > 28 marzo, Kilowatt tutto l’anno, Sansepolcro (Ar)
Ipperrealismi (studio) > 6 marzo, Teatro Annibal Caro, Civitanova Marche (Mc)
Ipperrealismi (primo studio) > 25 gennaio 2014, Inteatro Villa Nappi, Polverigi (An)

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PREMIERE Ipperrealismi > 4, 5, 6 aprile, Teatro Argot, Roma
Ipperrealismi (studio) > 28 marzo, Kilowatt tutto l’anno, Sansepolcro (Ar)
Ipperrealismi (studio) > 6 marzo, Teatro Annibal Caro, Civitanova Marche (Mc)
Ipperrealismi (primo studio) > 25 gennaio 2014, Inteatro Villa Nappi, Polverigi (An)

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456 di Mattia Torre: la tournée

La tournée

23 maggio 2014, Teatro Nieri, Ponte a Moriano (Lu)
6 dicembre 2013
, Teatro Mengoni, Magione (Pg)
22, 23, 24 novembre 2013
,Teatro Tor Bella Monaca, Roma
23 aprile 2013
, Teatro della Società, Lecco
16 febbraio 2013
, Teatro di Ragazzola, Roccabianca (Pr)
9 febbraio 2013
, Teatro delle Api, Porto S. Elpidio (Ap)
8 febbraio 2013
, Teatro Alfieri, Montemarciano (An)
22 gennaio 2013
, Piccolo Teatro degli Instabili, Assisi (Pg)
16 gennaio 2013
, Teatro Traiano, Civitavecchia (Rm)

11 dicembre 2012 > 6 gennaio 2013, Teatro Piccolo Eliseo, Roma
6 dicembre 2012, Teatro Duni, Matera
4 dicembre 2012, Teatro Lanciavicchio, Avezzano (Aq)
15 marzo 2012 , Teatro Garibaldi, Modica (Rg)
14 marzo 2012, Auditorium Pace del Mela, Pace del Mela (Me)
26 febbraio 2012 , Teatro degli Atti, Rimini (recupero data 12 febbraio, rimandata causa maltempo)
25 febbraio 2012 , Auditorium Flaiano, Pescara
14 febbraio 2012 , Teatro Sociale, Bergamo
1 > 5 febbraio 2012 , Teatro Sperimentale, Ancona
30 gennaio 2012, Teatro Cittadella, Lugano [Svizzera]
28 gennaio 2012, Teatro A. Cafaro, Latina

16 dicembre 2011 , festival Terre di Teatri, Giulianova (Te)
14 dicembre 2011 , Teatro Valle, Chiaravalle (An)
12 ottobre > 6 novembre 2011 , Teatro Franco Parenti, Milano
2 ottobre 2011 , Torino Spiritualità – Teatro Astra, Torino
30 settembre 2011 , Teatro Arvalia, Roma
8 > 10 aprile 2011 , Teatro di Messina, Messina
22 marzo > 3 aprile 2011, Teatro Piccolo Eliseo, Roma

Per avere “456” nella tua città
Caterina Mazzieri@Inteatro | T. +39.071.9090007
email c.mazzieri@inteatro.it

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Tournée

23 May 2014, Teatro Nieri, Ponte a Moriano (Lu)
6 December 2013
, Teatro Mengoni, Magione (Pg)
22, 23, 24 November 2013
, Teatro Tor Bella Monaca, Rome
April 23rd, 2013
, Teatro della Società, Lecco
February 16th, 2013
Teatro di Ragazzola, Roccabianca (Pr)
February 9th, 2013
, Teatro delle Api, Porto S. Elpidio (Ap)
February 8th, 2013
, Teatro Alfieri, Montemarciano (An)
January 22dn, 2013
, Piccolo Teatro degli Instabili, Assisi (Pg)
January 16th, 2013
, Teatro Traiano, Civitavecchia (Rm)
December 11th, 2012 > January 6th, 2013
, Teatro Piccolo Eliseo, Rome
December 6th, 2012
, Teatro Duni, Matera
December 4th, 2012
, Teatro Lanciavicchio, Avezzano (Aq)
March 15th, 2012
, Teatro Garibaldi, Modica (Rg)
March 14th, 2012
, Auditorium Pace del Mela, Pace del Mela (Me)
February 26th, 2012
, Teatro degli Atti, Rimini
February 25th, 2012
, Auditorium Flaiano, Pescara
February 14th, 2012
, Teatro Sociale, Bergamo
February 1st > 5th, 2012
, Teatro Sperimentale, Ancona
January 30th, 2012
, Teatro Cittadella, Lugan [Switzerland]
January 28th, 2012
, Teatro A. Cafaro, Latina
December 16th, 2011
, festival Terre di Teatri, Giulianova (Te)
December 14th, 2011
, Teatro Valle, Chiaravalle (An)
October 12nd > November 6th, 2011
, Teatro Franco Parenti, Milan
October 2nd, 2011
, Torino Spiritualità – Teatro Astra, Turin
September 20th, 2011
, Teatro Arvalia, Roma
April 8th > 10th, 2011
, Teatro di Messina, Messina
March 22nd > April 3rd, 2011
, Teatro Piccolo Eliseo, Roma

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Ricorda con Rabbia [Vocitinte / Antonio Mingarelli]

Ricorda con rabbia di John Osborne è una delle opere più rappresentative della condizione giovanile, uno specchio mirabile della condizione esistenziale, sociale e politica anche della società odierna. Un testo che colpisce per la sua “antica” modernità.

La compagnia Vocitinte, sotto la direzione di Antonio Mingarelli, restituisce mirabilmente la forza espressionista degli stati d’animo, delle pulsioni, delle paure delle quattro anime in trappola descritte da Osborne.

Ricorda con rabbia
di John Osborne
regia di Antonio Mingarelli
con Lino Musella, Camilla Semino Favro, Marcella Favilla e Vincenzo Zampa
scene Elisabetta Salvatori
light designer Luigi Biondi
produzione Vocitinte e Inteatro

Note di regia – di Antonio Mingarelli
Ricorda con Rabbia è uno dei testi ancora oggi, dopo decenni, più rappresentativi sulla condizione giovanile, per l’ombra lunga di inquietudine e tormento che ha saputo gettare non solo sulla generazione appena uscita dalla seconda guerra mondiale, ma sulle generazioni future.

Impossibile non riconoscersi, identificarsi, nel senso di vuoto, di inettitudine, di amarezza e di violenza che permeano le pagine di questa bellissima pièce e non vedere in esso uno specchio mirabile della condizione esistenziale,sociale e anche politica della società odierna. Impossibile non vedere nel personaggio di Jimmy una sorta di aggiornamento, in chiave cinica e disillusa, di Amleto. Impossibile non riconoscere negli altri personaggi, Alison, Cliff ed Helena le angosce e le illusioni dei giovani d’oggi, l’equilibrio precario e tragico su cui si esercitano a vivere le loro spinte al contempo di speranza e di distruzione, di rabbia (come da titolo) e di malinconia.

Ci affascina di questo testo la sua “antica” modernità, il gioco al massacro raffinatissimo con cui viene condotta la partita a scacchi dei personaggi e la sfida enorme e affascinante che essa pone agli attori, la violenza quasi mai esplicitata, quasi mai esplosa, con cui la narrazione di queste vite annoiate e sconfitte, viene condotta.

Cosa proporsi quindi se non di condurre gli attori e lo spettacolo al cuore dell’animo oscuro e fondo di questo testo? E di farlo con una compagnia di attori giovani e di grande talento, e di una serie di collaboratori artistici di grande livello (costumisti, designer luci, scenografo) capaci di restituire alla collocazione anni ’50 non un mero dipinto filologico di quell’era, ma di trasformare quegli interni, quella stanza, quegli oggetti nel riflesso espressionista degli stati d’animo, delle pulsioni, delle paure di quattro anime in trappola. Luci, scene e colori non che descrivano uno spazio reale o che semplicemente illustrino una vicenda, ma come personaggi stessi del dramma, che amplifichino, trattengano, coincidano, con le emozioni dei personaggi e degli attori.

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Look Back in Anger (Ricorda con rabbia) by John Osborne is one of the most representative plays about youth’s condition, an admirable mirror of existential, social and political condition even of today’s society. A text that strikes for its “ancient” modernity.
Vocitinte company, under Antonio Mingarelli’s direction, returns wonderfully the expressionist strength of the states of mind, of the impulses, of the fears of the four trapped souls described by Osborne.

Look Back in Anger (Ricorda con rabbia)
by John Osborne
directed by Antonio Mingarelli
with Lino Musella, Camilla Semino Favro, Marcella Favilla, Vincenzo Zampa
scene Elisabetta Salvatori
light designer Luigi Biondi
production Vocitinte and Inteatro

Direction notes – by Antonio Mingarelli
Look Back in Anger (Ricorda con Rabbia) is, even after decades, very representative about youth’s condition, for the long shadow of anxiety and agony that characterizes not only the post-war generation, but also the future generations.
It is impossible to not recognize oneself, to not identify oneself, in the sense of emptiness, of ineptitude, of bitterness and of violence that permeates the pages of this amazing pièce and to not see in it an admirable mirror of existential, social and political condition of today’s society.
It is impossible to not see in Jimmy’s character a sort of update, in a cynical and disenchanted way, of Hamlet. It is impossible to not recognize in the other characters – Alison, Cliff and Helena – the anguishes and the illusions of today’s young people, the uncertain and tragic balance where they try to experience their impulses of hope and of destruction, of rage (as the title) and of melancholy at the same time.
What fascinates us about this text is its “ancient” modernity, the refined massacre’s play with which the chess game of the characters is leaded and the enormous and charming challenge that it gives to the actors, the almost never explicit and exploded violence, with which the tale of this bored and defeated lives is guided.
What to propose oneself, if to not accompany the actors and the play to the dark and deep heart of the soul of this text? And to do that with a company of young and talented actors, and a team of good artistic collaborators (costume, light and set designers) able not to return to the 1950s placing a mere philological portrait of that era, but to transform those interiors, that room, those objects in the expressionist reflection of the states of mind, of the impulses, of the fears of those four trapped souls. Lights, sets and colours don’t have to describe a real space or to illustrate simply an event, but, as the characters of the drama, they have to amplify, to hold, to correspond the emotions of the characters and of the actors.

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Il Misantropo [Vocitinte / Antonio Mingarelli]

Il misantropo affronta impietosamente i temi essenziali del vivere: il rapporto con gli altri, con la società, con il mondo, con la donna amata.  L’esigenza di assoluto di Alceste, il giovane protagonista ritratto da Molière nemico dei compromessi e dei capricci dell’alta società, si scontra non soltanto con le ipocrisie e i vizi, ma anche con le debolezze innocenti, con i necessari galatei del convivere. È questo, soprattutto, a dare al personaggio quella complessa e indefinibile ambiguità che si realizza sulla scena in una varietà interpretativa con pochi riscontri nel teatro di tutti i tempi.

Il misantropo
di Molière
regia di Antonio Mingarelli
con Lino Musella, Federica Sandrini, Walter Cerrotta, Stella Piccioni, Alice Torriani, Alex Cendron, Graziano Sirressi, Pasquale De Filippo
scene Elisabetta Salvatori
light designer Luigi Biondi
produzione Vocitinte e Inteatro

Note di regia – di Antonio Mingarelli
Il misantropo è forse la commedia più nera di Molière. Se in altri suoi capolavori l’oggetto della chirurgica osservazione del grande drammaturgo francese era la malattia umana nella sua forme più esteriori (l’ipocondria di Argante, l’avarizia di Arpagone, la vanità vischiosa di Tartufo), con Alceste ci troviamo di fronte a una patologia più misteriosa, sfuggente. Ancora più che nei casi già citati, è l’anima del’uomo a soffrire, la sua incapacità -soprattutto- di capire e di parlare al cuore dei propri simili. E’ la mancanza d’amore o meglio la sua impossibilità, la sua struggente inefficacia in una società anastetizzata e insensibile ai suoi richiami, ai suoi palpiti, il tema al centro di questo capolavoro.
E’ nera l’anima di Alceste, nera la comunità umana che lo circonda e lo spinge all’esilio (una liberazione? una resa?), neri i rituali farseschi che il potere e i suoi seguaci sono tenuti a perpetuare nei secoli dei secoli per mantere l’ordine sociale, nera la solitudine di Celimene, cuore nevralgico del balletto macabro della Corte.

Abbiamo immaginato questo Misantropo collocato in uno spazio di autorappresentazione continua, di perenne movimento, svago, vizio, una sala da ballo dal vago sapore anni ’30. Un luogo non specificato, che riassume in sé tutte le deformazioni e le storture del secolo appena trascorso, il Novecento. Abbiamo immaginato questo locale del divertimento e della perdizione come il locale di Celimene, la sua casa, il suo rifugio, il suo palcoscenico, il suo bordello.
Abbiamo pensato a un modo di rappresentare l’umanità che gira attorno a questa donna e a un espediente scenografico che permettesse ai personaggi, a tutti i personaggi, di essere in perenne rapporto col proprio doppio, con la propria rappresentazione.
In questa atmosfera e in questa macchina scenica abbiamo inserito l’individuo Alceste, punto di congiunzione e di rottura di tutti gli spettatori, che con Lui s’identificano e da Lui si distanziano, sublime riassunto di tutte le debolezze e le grandezze dell’essere umano, comico perchè patetico ma anche eroico e tragico perchè patetico. Alceste al pari di
Amleto, Don Chisciotte e pochi altri archetipi letterari, continua a distanza di secoli, a parlare di Noi, del fuoco divorante che ci attanaglia quando con un solo gesto vogliamo abbracciare la parte inaccettabile, oscura che ci abita con quella pura, sincera, innocente.

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The Misanthrope by Molière cruelly tackles the key issues of life: relationships with others, with society, with the world, with the beloved woman. Alceste, the young protagonist created by Molière, is enemy of compromise and of the whims of high society. His need for absolute clashes not only with hypocrisies and vices, but also with innocent weaknesses, with the necessary etiquette living together.

The Misanthrope
by Molière
direction Antonio Mingarelli
with Lino Musella, Federica Sandrini, Walter Cerrotta, Stella Piccioni, Alice Torriani, Alex Cendron, Graziano Sirressi, Pasquale De Filippo
scene Elisabetta Salvatori
light designer Luigi Biondi
production Vocitinte and Inteatro

Direction notes – by Antonio Mingarelli
The Misantrophe is maybe the darkest Molière’s play. In his other masterpieces the object of the surgical observation of the great French playwright was the human sickness in its most external forms (Argante’s hypochondria, Arpagone’s greed, Tartufo’s viscous vanity); with Alceste we are in front of a more mysterious and slippery pathology. Even more than in the mentioned examples, it is the human soul to suffer, his ineptitude – most of all – to understand and to talk to the heart of his similars. The topic of this masterpiece is the lack of love or maybe its impossibility, its agonizing inefficacy in a society that is anesthetized and insensitive to its cries and to its pulsations.

Dark is Alceste’s soul, dark is the human community that surrounds and pushes him to exile (a relief? a surrender?), dark are the farcical rituals that the power and its followers are forced to perpetuate forever and ever to maintain the social order, dark is Celimene’s loneliness, neuralgic centre of the Court’s macabre dance.
We have imagined this Misantrophe situated in a space of continuous self-representation, of never ending movement, amusement, vice, a ballroom that recalls vaguely the 1930s. A not specified place, that resumes in itself all the deformities and all the distortions of the Twentieth century. We have imagined this place of entertainment and of perdition as Celimene’s place, her home, her shelter, her stage, her brothel.
We have thought about a way to represent the humankind that turns around this woman and about a stage expedient to allow the characters, all the characters, of being in an eternal match with their alter ego, with their representation.
In this atmosphere and in this scenic machine we have inserted the individual Alcest, connection and break point with all the spectators, who identify themselves with Him and distance themselves from Him. Sublime resume of all human weaknesses and greatnesses, comical because pathetic but also heroic and tragic because pathetic, Alceste as Hamlet, Don Chisciotte and a few other literary archetypes, keeps on telling of Us, of the destroying fire that grips us when with only one action we want to hug the unacceptable, dark side that lives in us with the pure, sincere, innocent side

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Pompa pulveris

Pompa pulveris è un’apparizione notturna, improvvisa e inaspettata. Una parata di fantasmi – apparizioni umane, sonore – che invadono lo spazio lasciandolo poi vuoto, nell’intenzione di creare «un letto per il fiume dello sguardo dello spettatore».

Il pubblico assiste allo svolgersi longitudinale di uno scolo di presenze, che annunciano un passaggio, nella via vuota e deserta. Un gruppo di attori tesse una trama di voci, di suoni concreti (prodotti da armonium e altri oggetti costruiti) e di gesti che rimbalzano per la via, vicini e lontani.

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info e contatti: Inteatro | Caterina Mazzieri

Pompa Pulveris is an apparition at night, sudden, unexpected. A parade of ghosts, apparitions and sounds that invade the visual space of the astonished gaze of the viewer.

The audience attends the succession of these presences in the streets of Polverigi. Six actors weave a web of voices, sounds and gestures that echoes into the town’s streets

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info and contacts: Inteatro | Caterina Mazzieri

DE PLAGA CORDIS

De plaga cordis è una folata di vento, una parata di fantasmi (apparizioni, voci, suoni) che attraversa un paesaggio lasciandolo vuoto.
De plaga cordis compone assieme al precedente lavoro di un’ottima lettera, Pompa pulveris, un dittico. Entrambe sono rappresentazioni che accadono all’aria aperta e che prendono come tetto il cielo. In Pompa pulveris lo spettatore trova nella via vuota il letto per il fiume del suo sguardo, in De plaga cordis questo fiume giunge nel mare del paesaggio. Il paesaggio è mare dello sguardo e del ricordo.
Le figure sonore e visive della parata annunciano il passaggio e la deriva nello spazio silente e deserto. Da un vicino a un lontano, da un lontanissimo a un vicinissimo.
La fanfara della parata è un concerto di suoni che attraversa lo spazio andando dolcemente alla deriva. Le voci e i suoni comporranno questo concerto di appelli, richiami umani e animali, lamenti, gemiti e nenie.
De plaga cordis è una rappresentazione che vuole esplorare il rapporto tra l’uomo e lo spazio circostante, mettendo in relazione la capacità generativa dell’immaginazione umana – fonte di scoperta e invenzione – ed il paesaggio, incombente ed immanente, fonte di bellezza e armonia, ma anche in grado di evidenziare tutta la fragilità e la caducità della presenza umana.

di un’ottima lettera – con Isidore & Ulrike Boldrini, Diego Donna, Sara Masotti, Simone Marzocchi & i collaboratori invisibili Lucia Fraticelli, Arianna Primavera, Matteo Principi, Francesco Tavoloni – Ricerca e realizzazione effetti speciali Stephan Duve – Dispositivi Ottici & Magnesium flash Alessandro Panzavolta & Marco Amadori Orthographe – Ectosistema Filippo Tappi – Musica Imposta Fabbricazione Spiriti – Immagine & Tipografia Quay Brothers.
Prodotto da
Inteatro/Meridians nell’ambito del progetto TransAC sostenuto con il supporto della Commissione Europea.
un’ottima lettera progetto Matilde [Regione Marche & Amat]

Info e contatti: Inteatro | Caterina Mazzieri

De plaga cordis is a gust of wind. A ghosts’ parade (apparitions, voices, sounds) that goes through the landscape leaving it empty.
De plaga cordis creates together with Pompa pulveris – the previous show by un’ottima lettera – a diptych: both are plays which take place outside, en pleine aire, and which take the sky as a roof.
In Pompa pulveris the audience finds in the empty street the bed for the river of the glance, in De plaga cordis this river comes to the sea of the landscape. The landscape is the sea of the glance and of the remembrance.
The sound and visual figures of the parade announce the passage and the drift in the silent and desert space, From a nearby to a far-away, from a very nearby to a very far-away.
The parade’s fanfare is a concert of sounds which go through the space gently on the drift’s way. The voices and the sounds will crate this concert of calls, human and animal calls, moans, groans and lullabies.
De plaga cordis is a show that wants to explore the relationship between man and the surrounding space, linking the generating capacity of human imagination – source of discovery and invention –and the landscape, looming and immanent source of beauty and harmony but also able to highlight the fragility and transience of human presence.

– by un’ottima lettera – with Isidore & Ulrike Boldrini, Diego Donna, Sara Masotti, Simone Marzocchi & Invisible collaborators Lucia Fraticelli, Arianna Primavera, Matteo Principi, Francesco Tavoloni – Research and Making of special effectStephan Duve – Optical Devices & Magnesium flash Alessandro Panzavolta & Marco Amadori Orthographe – Ectosistema Filippo Tappi – Music Imposta Fabbricazione Spiriti – Image & Typography Quay Brothers – Produced by Inteatro/Meridians in the frame of TransAC project funded with support from theEuropean Commission
un’ottima lettera progetto Matilde [Regione Marche & Amat]

Info and contacts: Inteatro | Caterina Mazzieri

Villa Noir – alcune foto

VILLA NOIR: ALCUNI SCATTI

Online le immagini della prova aperta di Villa Noir del 28/12/2011.

VILLA NOIR: ALCUNI SCATTI.

Online le immagini della prova aperta di Villa Noir del 28/12/2011.

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“Controllo Remoto” on tour

“CONTROLLO REMOTO” ON TOUR

Il 9 aprile gli Orthographe saranno ospiti  del Festival Scores – Tazquartier, Vienna, con Controllo Remoto.

“CONTROLLO REMOTO” ON TOUR

On 9th of April Orthographe will be at Festival Scores – Tazquartier in Vienna, with the performance Controllo Remoto. Continua a leggere

Controllo Remoto > INTERNATIONAL FESTIVAL OF LIVE ART, SCOTLAND

Il 10 marzo gli Orthographe saranno ospiti del International Festival of Live Art, a Glasgow in Scozia, con Controllo Remoto. Spettacolo co-prodotto da Inteatro in collaborazione con Productiehuis Rotterdam / Rotterdamse schouwburg. Prossime date ≥

On 10th march Orthographe will be at the International Festival of Live Art, in Glasgow (Scotland), with the show Controllo Remoto. A co-production between Inteatro and Productiehuis Rotterdam / Rotterdamse schouwburg. Next dates ≥

Bios Unlimited

“Una piccola calca di case dalle proporzioni vagamente umane. Mano a mano la calca si schiude all’osservatore, ogni casetta differisce per poco dall’altra, minute proporzioni che racchiudono storie diverse. Dagli interstizi delle pareti sfuggono ricordi, piccoli pezzi di vita, informazioni che si mescolano una all’altra. Esperienze uniche che sbiadiscono nella rapidità dei resoconti, nella somiglianza dei fatti accaduti. La grossolana omogeneità si fa lentamente personale attraverso la tua disponibilità all’ascolto. E così le storie brillano di una luce capace di imprimersi nell’aria, ritrovando l’intimità del racconto”.

In The Brooklyn Follies, Paul Auster introduce “Bios Unlimited”, una compagnia assicurativa che pubblica libri sui “dimenticati”. Le storie e i fatti di queste persone comuni vengono inseriti nel continuo narrativo, la narrazione della vita. Questi libri sono testimoni che “tutti gli uomini contengono svariati uomini dentro loro stessi e molti di noi passano da uno all’altro senza nemmeno sapere chi siamo”.
Questo passaggio, declinato nelle Cabine dell’Elba di Aldo Rossi, è la base per costruire uno spettacolo di puro impatto visivo e sonoro, un lavoro che mette in scena il racconto come veicolo di memoria collettiva in assenza di un cantastorie contemporaneo ed è proprio il vuoto lasciato dal narratore a sagomare il lavoro sull’ingombro dei corpi non raccontati. Gli stessi corpi che solo grazie alla narrazione ritrovano quell’umanità custodita in ogni individuo.

Nota: Lo spettacolo si compone di ventisei casette, tutte bianche e tutte derivate dallo stesso prototipo progettuale. Ogni pezzo ha una comune struttura tettonica ma con proporzioni diverse, uniche per ciascun elemento.
Durata: 25 minuti.

Uno spettacolo di Filippo Andreatta | Francesca Bucciero
Ispirato e tratto da Le Cabine dell’Elba, dell’arch Aldo Rossi; Brooklyn Follies, di Paul Auster; True tales of American Life, edito e curato da Paul Auster.
spettacolo Vincitore di Nuove Sensibilità 2008
produzione Gli Ipocriti | co-produzione OHT, Teatro Pubblico Campano | con il sostegno di Inteatro Residenze | regia, scena, video Filippo Andreatta | suono, voce Francesca Bucciero | disegno luci Arnaud Poumarat | tecnico luci Giuseppe D’alterio | persone Fulvio Accogli, Mattia Adami, Milo Adami, Francesca Cola, Paola Grilli, Marco Musso, Loredana Scianna, Alberto Spagone, Gabriela Tanase.




info e contatti: Inteatro | Caterina Mazzieri

“A little mob of houses with human proportion, vaguely. Mysterious huts because next to each other, a proximity that makes them anonymous. Little by little the mob unwraps itself to the viewer. Therefore, every house has a slight diversity, minute proportion that wraps different stories. Memories flee away from the interstices of the walls, little pieces of lives, information that blends in each other. Unique experiences that vanish into rapidity of the report, into similarity of happened facts. Bit by bit, the rough homogeneity turns into personal. An intimacy shaped on your willingness to listening. Hence, those stories shine of a light able to solidify into the air.”

In The Brooklyn Follies, Paul Auster introduces Bios Unlimited, a company of biography insurance that publishes books about the forgotten ones. Those books witness that “all men contain several men inside them and most of us bounce from one self to another without ever knowing who we are”.
This bouncing, shaped on the Huts from Elba by Aldo Rossi, is the foundation to set up a performance of pure visual and aural impact. A piece on telling as medium of our collective memory with the lack of contemporary story-tellers. The void left by the story-teller cast the performance on the burden of the untold bodies and those bodies find back their humanity only through the telling.

Note: The performance is made of thirty huts, all white and all coming from the same prototype. Every piece has a common architectural concept but with different proportions, actually every hut has its own proportions.
Running time: 25 min.

A performance by Filippo Andreatta | Francesca Bucciero
Based on Huts from Elba, by Arch Aldo Rossi; The Brooklyn Follies, by Paul Auster; True tales of American Life, editing by Paul Auster.
Winner of Nuove Sensibilità 2008 – Italian National Competition of New Theatre Directing
produce by Gli Ipocriti | co-produced by OHT, Teatro Pubblico Campano | supported by Inteatro Residenze | direction, stage, video Filippo Andreatta | sound, voice Francesca Bucciero | light design Arnaud Poumarat | light technician Giuseppe D’alterio | people Fulvio Accogli, Mattia Adami, Milo Adami, Francesca Cola, Paola Grilli, Marco Musso, Loredana Scianna, Alberto Spagone, Gabriela Tanase.




info and contacts: Inteatro | Caterina Mazzieri