Intervento del Direttore Artistico Velia Papa
Gli abitanti del mondo, creature di tutte le specie umane e non umane, sono solo viandanti… le generazioni sono come una trama di fili intrecciati tra loro……Tutti abbiamo la responsabilità di modellare condizioni migliori per la prosperità multi specie durante periodi storici terribili e, a volte, anche durante momenti storici felici, ma non siamo tutti responso-abili nello stesso modo. Le differenze sono importanti: nelle ecologie, nelle economie, nelle specie e nelle esistenze. (1)
Umano non Umano è il titolo di questa edizione del Festival. Un invito a “pensare insieme” a come salvare la Terra, “la casa comune”.
Ora sappiamo che le nostre azioni possono alterare drasticamente gli ecosistemi e persino il clima del nostro pianeta. Questo solleva interrogativi sulla nostra responsabilità nei confronti del pianeta e degli esseri viventi che lo abitano e la necessità di prendersene cura. Il Festival invita a rifondare un pensiero e una nuova pratica dello stare insieme in un mondo fatto di connessioni e relazioni. Un mondo abitato da una molteplicità di specie con cui rifondare una nuova “fabula speculativa” per raccontare il presente e un futuro possibile per tutti i “terrestrials” umani e non umani.
Non possiamo fermare la ricerca tecnologica o cercare di frenare o limitare “l’onda che verrà” *(2), come Mustapha Suleyman descrive l’AI e le sue derivazioni, ma dobbiamo orientarla a favore degli interessi di tutte le specie che popolano il pianeta, a cominciare dalla difesa dell’ambiente e delle specie animali e vegetali. Un patto interspecie che non demonizzi le scoperte tecnologiche ma che assuma il punto di vista dell’interesse collettivo delle specie umane e non umane.
Come operatori della creatività abbiamo la responsabilità di immaginare e narrare un futuro possibile di convivenza pacifica interspecie.
Senza allontanarsi dalla centralità delle azioni umane, una vasta area di lavoro anche in ambito artistico, potenzialmente conflittuale o comunque problematica, riguarda l’Intelligenza Artificiale. Uscita dai centri di ricerca ha invaso, in un tempo brevissimo, la nostra vita quotidiana e sempre di più sarà utilizzata per rendere accessibili e performanti nuovi dispositivi con applicazioni in tutti i settori della nostra vita: salute, economia, politica, ambiente, occupazione.
La velocità con cui l’AI è in grado di incorporare non solo i saperi ma anche le modalità di creazione ed ideazione artistica, non può che invitarci a riflettere se pensiamo che l’AI si “allena” proprio sui prodotti della conoscenza e della creatività umana suscitando allarme, come sappiamo, sulla tutela dell’autorialità. In un prossimo futuro l’AI sarà in grado di decifrare ed apprendere anche i percorsi tortuosi ed imprevedibili del pensiero e della pratica artistica?
Il Festival si apre rimandando questi interrogativi alla compagnia Agrupación Señor Serrano che in Una Isla porta in scena la nuova entità non umana dal punto di vista biologico invitando un’AI a partecipare al processo creativo attraverso una metodologia collaborativa prefigurando uno scenario futuribile con risultati sorprendenti ed in progress.
L’AI è presente anche nel lavoro della storica compagnia inglese Forced Entertainment che propone Signal of Noise uno spettacolo il cui testo è costruito con l’AI risultando delirante e caotico, un rumore di fondo ripetitivo e frammentato che si riversa sulla scena abitata da personaggi frastornati e sopraffatti incapaci di ritrovare un senso alla loro esistenza. Personaggi che navigano senza guida nella marea del cicaleccio inconsistente dì una comunicazione viscosa ed ossessiva.
Nella direzione dell’esplorazione di nuovi formati e modalità di relazione con il pubblico, attraverso la tecnologia si colloca l’inedito asses.masses, un esperimento rigorosamente progettato per lo spazio teatrale ad opera di due artisti/programmatori canadesi: Milton Lim e Patrick Blenkarn che chiamano il pubblico a risolvere un videogioco che ha come protagonista una mandria di asini. Gli animali disoccupati, a causa degli umani che hanno preferito sostituirli con le macchine, cercano di riscattarsi attraverso la rivolta.
Il pubblico inscena se stesso conducendo, tramite joystick, lo sviluppo della storia. Un evento che restituisce agli spettatori un ruolo protagonista.
In questa edizione, la compagnia catalana NyamNyam, nota per usare una dinamica artistica collettiva al fine di proporre interventi unici specificatamente studiati per ogni spazio, presenta lo spettacolo Lugar nello scenario del parco di Villa Nappi restituendo al luogo la sua indiscussa centralità, ma anche rivelandone la fragilità e la necessità di prendersene cura. La compagnia Societat Doctor Alonso propone invece Hammaturgia che, al contrario della Drammaturgia, non definisce lo spazio performativo ma lascia che siano le condizioni date a modellare e delineare il movimento e il ruolo dei performer ed in definitiva il senso stesso del lavoro. Un processo collaborativo di trasformazione dei significati e delle pratiche in relazione alle mutazioni delle condizioni esterne: le caratteristiche dello spazio e del pubblico ed interne: l’individualità degli interpreti e le loro modalità di reazione alle condizioni date.
Daniele Catalli ed Eleonora Diana con l’installazione Saluti e baci, intervengono sul tema, sempre più pressante, dell’inquinamento ambientale e del cambiamento climatico con l’installazione di un’improbabile agenzia di viaggio che pubblicizza le peggiori, dal punto della qualità dell’aria, mete turistiche del mondo attraverso speciali cartoline. La performance è parte del progetto EU “The Big Green”.
I due artisti anche autori del progetto installativo Le Stanze Segrete di S. con Stanza#5 Hide si cimentano con il mito di Jekyll e Hyde particolarmente attuale nell’esplorazione delle contraddizioni dell’animo umano dove spesso convivono sentimenti positivi di solidarietà, compassione, generosità insieme a istinti malvagi, distruttivi e autodistruttivi. Una dualità che serve in parte a spiegare la cecità umana a fronte del “capitalismo catastrofico” che domina il pianeta.
Umanissimo resta il lavoro sulla fisicità e sul corpo che trova ad Inteatro i suoi paladini, quest’anno rappresentati dai nuovi lavori di giovani coreografi e danzatori che esprimono, attraverso la danza e la multidisciplinarietà dei linguaggi, le contraddizioni di un mondo sempre più complesso e poco generoso con le nuove generazioni: Roberta Racis con Atto bianco (en plein air), Massimo Monticelli con Antologia Notturna, Annalì Rainoldi con Atoms for peace, Alessandra e Roberta Indolfi con Non ho chiesto (io) di venire al mondo, il collettivo Oroboro con Iterloop, Iole la Sala con f0t0, sono i giovanissimi creativi che fanno del contatto diretto tra artisti e pubblico il centro del proprio lavoro.
Inoltre l’edizione 2024 del Festival riserva al pubblico la sorpresa del documentario L’isola del Teatro dove oltre quattro decenni di Festival vengono raccontati attraverso le immagini di repertorio e le interviste ai protagonisti.
Buon Festival!
(1) Chthulucene, Sopravvivere su un pianeta infetto di Donna Haraway, Nero ed., 2019.
(2) L’onda che verrà. Intelligenza artificiale e potere nel XXI secolo di Mustafa Suleyman, Garzanti 2024
Speech by Artistic Director Velia Papa
The inhabitants of the world, creatures of all human and non-human species, are only wayfarers… generations are like a web of threads intertwined with each other… We all have the responsibility to shape better conditions for multi-species prosperity during terrible historical periods and sometimes even during happy historical moments, but we are not all accountable in the same way. Differences matter: in ecologies, economies, species, and existences. (1)
Human Non-Human is the title of 2024 edition of the Festival. An invitation to “think together” about how to save the Earth, “our common home.”
We now know that our actions can drastically alter ecosystems and even the climate of our planet. This raises questions about our responsibility towards the planet and the living beings that inhabit it and the need to take care of it. The Festival invites us to re-establish a thought and a new practice of being together in a world made of connections and relationships. A world inhabited by a multitude of species with which to re-establish a new “speculative fabulation ” to tell the present and a possible future for all “terrestrials,” human and non-human.
We cannot stop technological research or try to curb or limit “the coming wave” (2), as Mustapha Suleyman describes the AI and all its applications, but we must steer it in favor of the interests of all species that inhabit the planet, starting from the defense of the environment and animal and plant species. An interspecies pact that does not demonize technological research but takes the point of view of the collective interest of human and non-human species.
As operators of creativity, we have the responsibility to imagine and tell stories of a peaceful future of interspecies coexistence. Without moving away from the centrality of human actions, a vast area of work, even in the artistic field, potentially conflicting or problematic, concerns the Artificial Intelligence. Left from research centers, the AI invaded our daily lives in a very short time and it will increasingly be used to make new accessible devises performing in all sectors of our lives: health, economy, politics, environment, employment. The speed with which AI is able to incorporate not only knowledge but also the ways of creation and artistic conception can only invite us to reflect when we think that AI “trains” precisely on the products of human knowledge and creativity, raising concerns, as we know, about the protection of authorship. In the near future, will AI be able to decode and learn even the tortuous and unpredictable paths of thought and artistic practice? The Festival opens by referring these questions to the Agrupación Señor Serrano company, which, in Una Isla, brings the new non-human entity from a biological point of view to the stage, inviting an AI to participate in the creative process through a collaborative methodology, prefiguring a futuristic scenario with surprising and in-progress results.
AI is also present in the work of the historic English company Forced Entertainment, which presents Signal of Noise, a show whose text is built with AI, resulting in a delirious and chaotic background noise, repetitive and fragmented, that spills onto the scene inhabited by dazed and overwhelmed characters unable to find meaning in their existence. Characters navigating without guidance in the tide of inconsistent chatter of a viscous and obsessive communication.
In the direction of exploring new formats and ways of relating to the public through technology, there is the unprecedented asses.masses, a rigorously designed experiment for the theater space by two Canadian artist/programmers: Milton Lim and Patrick Blenkarn, who call on the public to solve a video game featuring a herd of donkeys. The unemployed animals, due to humans who preferred to replace them with machines, seek redemption through revolt.
The audience stages itself by leading the development of the story through a joystick. An event that gives the spectators a leading role.
In this edition, the Catalan company NyamNyam, known for using a collective artistic dynamic to propose unique interventions specifically designed for each space, presents the show Lugar in the setting of Villa Nappi park, restoring the place to its undisputed centrality but also revealing its fragility and the need to take care of it. The Societat Doctor Alonso company, on the other hand, proposes Hammaturgia, which, unlike Dramaturgy, does not define the performance space but allows the given conditions to shape and delineate the movement and role of the performers and ultimately the very meaning of the work. A collaborative process of transforming meanings and practices in relation to the changes of external conditions: the characteristics of the space and the audience, and internal: the individuality of the interpreters and their ways of reacting to the given conditions.
Daniele Catalli and Eleonora Diana, with the installation Saluti e baci, address the increasingly pressing issue of environmental pollution and climate change with the installation of an improbable travel agency that advertises the worst tourist destinations in the world in terms of air quality through special postcards. The performance is part of the EU project “The Big Green.” The two artists, also authors of the installation project Le Stanze Segrete di S. with Stanza#5 Hide, engage with the myth of Jekyll and Hyde, particularly relevant in exploring the contradictions of the human soul where positive feelings of solidarity, compassion, and generosity often coexist with evil, destructive and self-destructive instincts. A duality that partly serves to explain human blindness in the face of the “catastrophic capitalism” that dominates the planet.
Human work on physicality and the body remains essential and finds its champions at Inteatro, this year represented by the new works of young choreographers and dancers who express through dance and the multidisciplinary nature of languages the contradictions of an increasingly complex world, not very generous with the new generations: Roberta Racis with Atto bianco (en plein air), Massimo Monticelli with Antologia Notturna, Annalì Rainoldi with Atoms for peace, Alessandra and Roberta Indolfi with Non ho chiesto (io) di venire al mondo, the Oroboro collective with Iterloop, Iole la Sala with f0t0, are the very young creatives who make direct contact between artists and the public the center of their work. Moreover, the 2024 edition of the Festival reserves for the public the surprise of the documentary L’isola del Teatro, where over four decades of the Festival are recounted through archive images and interviews with the protagonists.
Enjoy the Festival!
(1) Chthulucene: Surviving on an Infected Planet by Donna Haraway, Nero ed., 2019.
(2) The Coming Wave: AI and Power in the 21st Century by Mustafa Suleyman, Garzanti 2024