MARCO D’AGOSTIN-AVALANCHE | INTEATRO 40
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23 giugno 2018
Cinema Italia, Polverigi
MARCO D’AGOSTIN – AVALANCHE
La poetica di Marco D’Agostin è fluida, dinamica, in adattamento continuo. Nei suoi lavori riecheggiano frequentazioni con gli atlanti geografici, l’opera di M.P. Shiel, i cataloghi di creature estinte e le iconografie generate dai video su Youtube.
L’opera d’arte alla quale è più affezionato è The Disintegration Loops di William Basinski.
Nella scrittura coreografica l’orecchio è teso alla lezione di Amelia Rosselli in poesia: “Quanto alla metrica poi, essendo libera essa variava gentilmente a seconda dell’associazione o del mio piacere. Insofferente di disegni prestabiliti, prorompente da essi, si adattava ad un tempo strettamente psicologico musicale ed istintivo.”
In Avalanche i due esseri umani protagonisti vengono osservati da un occhio ciclopico come antiche polveri conservate in un blocco di ghiaccio. Sono Atlanti che camminano all’alba di un nuovo pianeta, dopo essersi caricati sulle spalle la loro millenaria tristezza. Tutto quello che non è sopravvissuto agisce, invisibile, su tutto ciò che invece è rimasto e che viene rievocato come regola, collezione, elenco di possibilità. La danza si pone in una costante tensione verso l’infinito dell’enumerazione, alla ricerca accanita di un esito, di una risoluzione, interrogando la questione del limite e dunque, in ultima istanza, della fine.
Gli occhi socchiusi, come a proteggere lo sguardo dalla luce accecante di un colore mai visto, afferrano l’abbaglio di un’estrema possibilità: una terra di sabbia e semi sulla quale qualcuno imparerà nuovamente a muoversi, dopo che anche l’ultimo archivio sarà andato distrutto.
di Marco D’Agostin
con Marco D’Agostin, Teresa Silva
suono Pablo Esbert Lilienfeld
luci Abigail Fowler
movement coach Marta Ciappina
vocal coach Melanie Pappenheim
direzione tecnica Paolo Tizianel
cura e promozione Marco Villari
coprodotto da Rencontres Choréographiques Internationales de Seine-Saint-Denis, VAN, Marche Teatro, CCN de Nantes
con il supporto di O Espaco do Tempo, Centrale Fies, PACT Zollverein, CSC/OperaEstate Festival, Tanzhaus Zurich, Sala Hiroshima, ResiDance XL
Progetto selezionato nell’ambito del bando Marche Teatro / Inteatro Festival Call
Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance.
Dopo una formazione disarticolata con maestri di fama internazionale (Claudia Castellucci, Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Rosemary Butcher), consolida il proprio percorso sia come interprete (per la Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Tebea Martin, Liz Santoro tra gli altri) che come autore (ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra i quali Premio Gd’A Veneto 2010, Segnalazione Speciale al Premio Scenario 2011, Premio Prospettiva Danza 2012, Teatro Libero di Palermo Prize al BEFestival).
I suoi lavori sono stati rappresentati nei principali festival italiani ed europei (Romaeuropa, Inteatro Festival, OperaEstate Festival, Rencontres Choréographiques de Saint-Denis a Parigi, The Place Theatre in London, Sala Hiroshima a Barcellona per citarne alcuni).
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24 June 2018
Cinema Italia, Polverigi
MARCO D’AGOSTIN – AVALANCHE
Marco D’Agostin’s poetics is fluid, dynamic, always adapting. His works are inspired by atlas, M.P. Shiel, extinct creatures and the iconography of You Tube videos. His favorite art piece is The Disintegration Loops by William Basinski.
His choreography follows the advices of Amelia Rosselli, poetess: “Speaking about meter, it runs free following my desire and thoughts. Hostile to preordained schemes, overflowing, it adapts to a musical, instinctive, completely mental sense of time.”
In Avalanche the two protagonist human beings are being observed by the eye of a Cyclops, as ancient dusts preserved in a block of ice. They’re Atlases, walking at the dawn of a new planet under the weight of a millennial melancholy. The traces of everything that couldn’t remain act like invisible forces over what has survived and it’s now recalled as a rule, a collection, a list of possibilities. The dance lives in a constant tension towards the infinite of enumeration, desperately looking for an outcome.
Half-closed eyes, as to protect the gaze from the blinding light of a never-seen colour, they grab the blaze of one last possibility: a land of sand and seeds on which someone else will learn again how to move, after the last archive will be destroyed.
concept, choreography Marco D’Agostin
performed by Marco D’Agostin, Teresa Silva
sound Pablo Esbert Lilienfeld
lights Abigail Fowler
movement coach Marta Ciappina
vocal coach Melanie Pappenheim
technical direction Paolo Tizianel
care, promotion Marco Villari
coproduced by Rencontres Choréographiques Internationales de Seine-Saint-Denis, VAN, Marche Teatro, CCN de Nantes
supported by O Espaco do Tempo, Centrale Fies, PACT Zollverein, CSC/OperaEstate Festival, Tanzhaus Zurich, Sala Hiroshima, ResiDance XL
project selected in the frame of Marche Teatro / Inteatro Festival Call