La Sala Sommier di Villa Nappi ospita dal 8 al 15 giugno in residenza creativa, il nuovo progetto artistico dell’attrice e regista Alessandra Paoletti.
“Sul mio conto, c’è quando ero una ragazzina, quando ero un adolescente e adesso. Sento di vivere la mia vita con un’ampia scala di età, sempre. Mi sento come se stessi vivendo tutte le età, allo stesso tempo. Forse si diventa vecchi quando ci si blocca in una età.”
da un’intervista a Hülya Gülbahar, avvocato, attivista Turkish Women Movement
Ipek, Ayse e Duygu sono tre giovani attrici turche. Le ho incontrate a Istanbul e un giorno mi hanno chiesto di parlare delle donne.
C’è una domanda che spinge l’incontro che hanno cercato e nasce in una Turchia che fino a poco tempo fa sembrava lontanissima, e che di colpo ci è arrivata molto vicina. Chi sono e dove sono le donne di oggi?
Attraverso questa domanda cercano di rintracciare il loro posto in quella società, un posto che sembra scivolare sempre più nel silenzio e i cui confini si fanno ogni giorno più ristretti. La politica torna a schiacciare la cultura, si nasconde dietro la ‘sensibilità sociale’e loro iniziano a vestirsi in modo diverso, le parole che scelgono sono diverse, temono quell’autocensura che annichilisce il pensiero.
Immaginano un luogo dove possano esprimersi, cercano qualcosa dietro alla quale rappresentarsi e di dare una forma alla paura affinché possano vederla in dimensioni reali, affinché diventi ‘realtà malleabile’.
E la domanda include necessariamente anche noi.
Si possono capovolgere dovere e potere ? Posso? Chi sono? Cosa possiamo fare delle nostre vite? Possiamo, oggi? Oggi che l’identità sembra mutata da occasione di ricerca in ‘enigma di problemi’, oggi che ci ritroviamo sempre più multipli forse ancora prima di essere maschi o femmine? Siamo in grado di dire qualcosa noi? Noi che spesso ci sorprendiamo a guardare dall’alto dell’Occidente, delle tante lotte, dei diritti acquisiti; delle rivoluzioni che sembravano vincenti, dei colpi inferti a ideologie e comportamenti millenari. Il livello di consapevolezza conquistato dalle nostre‘madri’riesce veramente a darci più fiducia?
Abbiamo bisogno di storie da raccontarci e di stare a guardare, di chiedere chi siamo, di sapere chi c’è dall’altra parte e quale forma di futuro riusciamo ad immaginarci.
Abbiamo bisogno di guardare in faccia visi diversi, di riconosce quello che ci somiglia e di guardare anche quando ci rendiamo incomprensibili gli uni agli altri.
Di guardare ciò che distoglie lo sguardo e che è sommerso da una storia più grande, perché si possa almeno riflettere sull’impotenza di alcuni e la rinuncia di altri.
Oh my Goddesses! è un progetto nomade che si muove in vari Paesi per mettere in collegamento un mondo con l’altro e per dare forma a diverse narrazioni.
creazione alessandra paoletti
in collaborazione con mario monopoli
con duygu uzum arat, ayse ozkoylu, ipek tasdan
drammaturgia mariolina venezia
coreografie elsa decaudin immagini ninni romeo
consulenza lidia lombardini, ninni romeo
ALESSANDRA PAOLETTI, attrice e regista.
Si diploma nel 2002 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Durante la sua formazione incontra maestri come Irina Promptova, Nicolaj Karpov, Peter Clough, Alan Woodhouse, Alain Knapp, Jerzy Klezyk, José Sanchis Sinisterra, Emma Dante, Alfonso Santagata, Letizia Russo, Fausto Paravidino, Cristina Pezzoli, Massimiliano Civica, Danio Manfredini, Bruno de Franceschi, Raffaella Giordano, Rodrigo Garcìa, Julie Anne Stanzak, Thomas Ostermeier e il lavoro del Théatre du Soleil.
Come attrice lavora con Massimiliano Farau, Giuseppe Rocca, Michele Monetta, Massimo Foschi, Lorenzo Salveti, Stefano Messina, Paolo Zuccari, Irene Papas, Jurgen Muller (Fura dels Baus), Cristina Comencini, Paolo Civati, Andrea Baracco, José Sanchis Sinisterra, Alfonso Santagata, Rodrigo Garcia.
Nel 2010 inizia il suo lavoro come regista collaborando alla direzione dello spettacolo vincitore del Premio Golden Graal 2010 come migliore regia Le mattine dieci alle Quattro di Luca De Bei.
Dal 2011 al 2014 collabora come regista straniero con il Teatro Municipale di Istanbul – İstanbul Şehir Tiyatrosu – tenendo laboratori e dirigendo varie performance. Per il Repertorio del Teatro Municipale crea, scrive e dirige lo spettacolo Yuvaya Dönmek, Babam için – Back Home, to my father. Durante questo progetto inizia la collaborazione con Julie Anne Stanzak e Damiano Ottavio Bigi, danzatori del Tanztheater Wuppertal – Pina Bausch. Con Africa Manso Asensio e Damiano Bigi partecipa alla creazione di Jamón en alquiler che debutta al Festival Le Chaînon Manquant di Laval. Con Damiano Bigi crea Marion, spettacolo all’interno del progetto “Il posto dei racconti” curato da Mimmo Cuticchio e basato su L’ Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. Attualmente sta lavorando con Damiano Bigi a Un racconto d’inverno per il Collettivo LDT.
Periodicamente tiene laboratori per attori e danzatori in diversi paesi.