Dal 4 al 12 novembre la coreografa Elisa Spina e il musicista Alessandro Baro saranno ospiti a Villa Nappi per sviluppare in residenza il nuovo progetto coreografico Così in terra (titolo provvisorio).
La residenza si inserisce all’interno del Progetto Residenze 2024 di Inteatro, nell’ambito del Centro di Residenze R.A.M., in collaborazione con AMAT e Teatri di Civitanova.
Ho raccolto i movimenti con silenzio seguendo piccoli interessi e osservazioni. Non percepivo una vertebra toracica dietro l’ombelico poco più in alto, alcuni movimenti sono arrivati nel tentativo di sollecitarla. Tendo a portare il peso sul lato sinistro del mio corpo: ho provato a spostare il peso in modo molto lento e lasciandomi guidare dal respiro, senza cadere nei movimenti automatici appresi dal mio corpo. Non ho percorso le vie più solcate ma con tempi lunghi e ascolto dei più impercettibili impulsi si sono aperti nuovi scorci.
Un lavoro di cura di sé, di osservazione delle proprie forme.
La ricerca di uno stato corporeo tra intenzionalità e ricettività. Se mi pongo in stato ricettivo il movimento potrebbe arrivare, in stato intenzionale io scelgo di agire. Percepisco che se lascio il tempo per far affiorare dal corpo in quiete, emergono azioni e gesti che parlano della mia storia individuale ma lasciano anche intravedere segni più antichi, che richiamano la natura e probabilmente la genetica che mi è stata data.
Partiamo dall’idea che tutto quello che si mostra, che ci interessa, è qui per parlarci. Spesso accade con il dolore, con le cose in disequilibrio, fisiche o emotive. Se ci mettiamo in ascolto aprono delle porte che ci parlano di noi. Spesso però siamo così ben addestrate e addestrati che alcune cose faticano a salire in superficie.
Nel silenzio e nella calma arrivano la meraviglia delle piccole cose, la semplicità. Ci poniamo in una modalità di ascolto di sé pronta ad accogliere la potenzialità delle più sottili sollecitazioni. Se corro avanti tanta strada resta dietro, se rallento ogni passo, anche quello già percorso centinaia di volte, dischiude dei dettagli mai notati. Quando il mio corpo sa esattamente dov’è, come sono disposti i pesi, in quali direzioni si estendono gli arti, dove si posa lo sguardo, in quel momento se tutta me è presente in ognuno di quei punti, nasce una gioia profonda, una sensazione di soddisfazione e sorpresa, perché l’equilibrio è ogni giorno un pò diverso e l’emozione scorre ogni volta con un rivolo inaspettato. Questa per me è la meraviglia.
Mi affascina sentire il peso del corpo che crea suono. Mi dà piacere non essere un corpo muto, sento gli echi di me. E quando sale un suono da dentro poi desidero sempre chiamare un suono da fuori.
Da molto tempo cercavo una collaborazione con un musicista, che potesse creare con me l’atmosfera, che potesse cavalcare il cambiamento di stati. Da una modalità di ascolto comune radicata nella percezione ci disponiamo ad incontrarci, senza astrarci dall’ambiente in cui siamo inseriti ma mettendoci a servizio.
Una preghiera, tra le macerie di sé e del mondo, per piantare gesti nuovi.
ELISA SPINA. Dopo gli studi di Psicologia in Italia si laurea nel corso B.A. Tanz presso la Folkwang Universität der Künste, in Germania (2015-2019).
Dal 2018 lavora come danzatrice e performer in Italia e all’estero per Isabelle Wenzel (fotografa), Compagnia Naturalis Labor, Balletto Civile, Compagnia Bellanda, Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
Al momento collabora con Olimpia Fortuni, Pierandrea Rosato, Compagnia Naturalis Labor, e porta avanti la sua ricerca come autrice.
È parte di un collettivo formato da artisti di vario genere (da Italia, Francia e Belgio) che si occupa di azioni sociali e formazione.
Guida incontri di consapevolezza corporea e movimento, in particolare rivolti alle donne.
Continua attualmente la sua formazione grazie alla borsa di studio di DA.RE. dance research diretto da Adriana Borriello a Roma e parallelamente studia presso l’Istituto Europeo di Shiatsu a Firenze.
Molto interessata agli specchi, alle danze tradizionali tra cui Flamenco, Tango e Tarantella, all’Alexander Technique, allo Shiatsu, elementi che combina per sperimentare pratiche di svelamento del Sé.
ALESSANDRO BARO. Si avvicina alla musica all’età di undici anni, studia chitarra acustica ed elettrica spaziando tra vari generi come folk, funk, jazz e approfonditamente il blues. A 18 anni si trasferisce a Dublino (2013) e inizia a lavorare come artista di strada. Torna in Italia nel 2015 (Bologna) dove compone tre album in lingua inglese (“Old stone”, “Where the waves break”, “In between” con la band Oozy Woods). La sua crescita artistica è segnata dall’incontro con il maestro della percussione ‘Dhol’ Pappu Sain nel 2017 in Pakistan. Inizia la collaborazione con la danza nel 2018 partecipando come musicista alla call ERT Bologna “100 passi quasi”.
Nel 2021 perde l’uso della mano sinistra a causa di una lesione al nervo radiale.
Durante la progressiva ripresa approfondisce la ricerca vocale e l’uso dei live electronics (delay, riverberi, distorsori, loop station, campioni di suoni naturali).
Ad ora attivo nel progetto Convergenze con Rocco Del Pozzo (duo di sperimentazione musicale tra le radici della musica folk e live electronics).
In pubblicazione il primo EP “PRIMA DEL TEMPO” (Alessandro Baro) in lingua italiana.
È parte di un collettivo formato da artisti di vario genere (da Italia, Francia e Belgio) che si occupa di azioni sociali e formazione.
Approfondisce lo scambio con la danza occupandosi della conduzione musicale di vari laboratori come: contact improvisation, danzaterapia per disabili, laboratori di ricerca su corpo e movimento, lezioni di danza e performance.